I problemi produttivi e logistici indotti dalla pandemia prima e dal conflitto russo-ucraino poi hanno infatti impattato negativamente su un ambito commerciale che per la natura e per il prezzo delle macchine in questione ha sempre viaggiato su volumi contenuti e che quindi in termini di quote di mercato può evidenziare scostamenti significati anche tra un anno e l’altro, soprattutto a carico di chi occupa le posizioni di vertice. Nonostante ciò, Claas ha chiuso la scorsa campagna commerciale in Italia con una quota del 46 e mezzo per cento, ben più del doppio rispetto ai suoi più diretti competitor, a dimostrazione di come né la pandemia né la guerra innescata dall’invasione russa dell’Ucraina abbiano alterato una leadership storica e globale.
Merito di una linea di prodotto ampia e profonda che non ha eguali nel panorama della meccanizzazione agricola mondiale, risultando strutturata sulla base di 11 differenti modelli, sette dei quali appartenenti alla serie “Jaguar 900” e i restanti quattro alla serie “Jaguar 800”, per un range di potenze che pur spaziando tra i 435 e i 925 cavalli non incide mai sulla qualità del trinciato.
Punti di riferimento di settore
Quest’ultima dote, unitamente all’elevata velocità di lavoro, rappresenta in effetti una delle ragioni che hanno permesso alla gamma “Jaguar” di Claas di diventare il vero e proprio punto di riferimento di settore a livello mondiale, arrivando a toccare in alcuni mercati punte di penetrazione anche del 70 per cento. Una leadership indiscutibile quindi, indotta anche dalla capacità delle macchine di soddisfare qualsiasi esigenza di raccolta, adeguandosi in termini di contenuti alle possibilità di investimento di ogni singola azienda. La differenziazione tra le serie “Jaguar 900” e “Jaguar 800” non è in effetti basata sulle prestazioni, in parte sovrapposte, o sulle soluzioni tecnico-costruttive, spesso comuni, ma solo su specifici contenuti funzionali, scelta che di fatto permette a Claas di indirizzare ogni macchina a ben precisi target professionali.
Claas gamma “Jaguar”: destinati a usi continuativi
Le “Jaguar 900” si orientano in effetti prevalentemente alle aziende agricole più strutturate e alle organizzazioni operanti in conto terzi, quelle che utilizzano le trinciacaricatrici semoventi in modo quasi continuativo sulle più diverse colture e in tale ottica propongono di serie tutte le soluzioni tecniche più attuali ed evolute, a partire dai tamburi di taglio serie “V-Max” disponibili con 20, 24, 28, 36 o 42 coltelli per modulare le lunghezze medie del trinciato in funzione dei suoi utilizzi finali. Fra questi anche quelle comprese fra i tre millimetri e mezzo e i 12 millimetri e mezzo che risultano ideali per alimentare i digestori.
Operante in abbinamento al sistema di regolazione continua della lunghezza di taglio “Comfort Cut” e a un sistema di precompressione di tipo idraulico, i tamburi sono inoltre seguiti da un gruppo rompigranella denominato “Multi Crop Cracker” declinato nelle tre versioni “Mcc Classic”, “Mcc Max” e “Mcc Shredlage”, con gli ultimi due orientati rispettivamente al condizionamento del prodotto tagliato sulla base di lunghezze oscillanti fra i sette e i 22 millimetri e fra i 26 e i 30 millimetri.
Rivestimento antiusura esclusivo
Gli “Mcc Max”, caratterizzati dall’esclusivo rivestimento anti usura “Busa Clad”, sono strutturati sulla base di speciali rulli a profilo seghettato composti da 30 segmenti anulari, la cui geometria oltre a frantumare il prodotto per frizionamento realizza anche a un’azione di taglio che consente un condizionamento più intensivo della granella e un’elevata triturazione dei gambi. Grazie anche a un differenziale di velocità del trenta per cento tra i rulli è di fatto possibile ottenere un prodotto che da un lato migliora i processi fermentativi, a tutto vantaggio delle rese degli impianti di biogas, e dall’altro risulta maggiormente digeribile se destinato all’alimentazione del bestiame.